ANTONIO ALEO - PARCO NAZIONALE DELLA SILA
Ciao Antonio e grazie per aver accettato questo invito come secondo ospite del blog e dei "Fotografi del territorio". Parlaci un po' di te.
Chi è Antonio Aleo?
Ciao Andrea, innanzitutto ti ringrazio per avermi invitato sul tuo blog, doppiamente un piacere per via dell'enorme stima nei tuoi confronti sia come fotografo, sia come persona.
Sono un fotografo professionista calabrese con un’ immensa voglia di raccontarsi attraverso la natura ed il paesaggio. Sono sempre stato vicino al mondo dell'arte e della musica e la posizione strategica di Catanzaro, luogo in cui sono nato ed in cui vivo (tra mari e monti), mi ha permesso il contatto diretto con la natura.

Come è nata la tua passione per la fotografia e cosa ti ha spinto a dedicarti alla fotografia di paesaggio e naturalistica?
Come ho scritto sopra, sono sempre stato a stretto contatto con il mondo dell'arte e della musica, condizionato anche dagli artisti e musicisti presenti nella mia famiglia. Una volta conseguito il diploma artistico, abbandonai le arti figurative ed iniziai subito a lavorare nella mia piccola azienda familiare. Fui anche un dj ed un producer di musica Drum n Bass, probabilmente uno dei primi nel meridione del genere musicale. Nel 2010 per puro caso e curiosità mi avvicinai al mondo della fotografia e nel 2011 acquistai la mia prima reflex ed i miei primi obiettivi fotografici. Sentivo il bisogno di ritornare ad esprimermi nell'ambito figurativo e questa volta con l'utilizzo di una macchina fotografica.

La mia dedizione verso la fotografia di paesaggio è il risultato di una sintonia reciproca tra anima e natura. Nel fotografare i miei scorci di paesaggio riesco ad esprimere pensieri, stati d'animo e concetti che non riuscirei a parole. Allo stesso tempo le mie fotografie sono la mia interpretazione del territorio calabrese. Sintonia ed amore reciproco.

Descrivi brevemente il territorio in cui operi: cosa ha di speciale e perché le persone dovrebbero interessarsi a queste aree?
La Calabria è un territorio con una grande identità naturalistica, frutto anche di uno scarso livello di industrializzazione e bassa densità abitativa. E' facile trovarsi in una spiaggia dorata o tra gli scogli e mezzora dopo essere in qualche stradina di montagna. Mari e monti si incontrano a pochi km di distanza. Molti erroneamente associano la Calabria a località balneari, ma questo luogo ospita nel suo entroterra 3 parchi nazionali (Pollino, Sila, Aspromonte) ed un parco regionale (Serre) oltre ad altre montagne (Reventino, Catena Costiera etc), luoghi montani e collinari di incredibile bellezza ed importanza naturalistica, culturale e storica, boschi vetusti e specie animali e vegetali uniche e rare. In Calabria alcuni paesaggi ricordano l' Oregon, altri la Scozia, altri ancora la Scandinavia etc.. la Calabria è l'unione di tanti luoghi del mondo in un piccolo lembo di terra.

Come pensi possa contribuire la tua fotografia rispetto alle zone in cui operi?
Reputo introspettivo il tipo di lavoro naturalistico che svolgo nella mia terra. Ciò non toglie però che allo stesso tempo la fotografia possa essere utilizzata anche come mezzo di documentazione e propaganda. Attraverso le mie immagini ed attraverso l’utilizzo di internet ho contribuito nel divulgare in ogni luogo (Italia ed estero) la bellezza e la qualità naturalistica dellaCalabria, con un occhio di riguardo verso il Parco Nazionale della Sila. Purtroppo una non consona mentalità tra i vari enti regionali ed il totale disinteresse verso alcuni aspetti fondamentali per far accrescere la fama e l'importanza paesaggistica della Sila oltre regione attraverso un lavoro certosino (anche attraverso collaborazioni fotografiche)ha creato un vero ostacolo e muro invalicabile, rifiutando ogni tipo di collaborazione. Devo contare esclusivamente su me stesso: in questa terra io sono un fantasma.

Parlaci del tuo progetto "territoriale", da quanto tempo ci stai lavorando e qual è il suo punto di forza secondo te?
Come tanti fotografi di natura e paesaggio, i primi anni sono di sperimentazione e studio, quindi il tutto veniva svolto in maniera differente da oggi e con interessi probabilmente opposti. Con il tempo, con l'esperienza e con alcuni cambiamenti di vita, ho maturato la mia creatività inquadrando uno stile con cui potermi esprimere fotograficamente ed in cui identificarmi, utilizzando una chiave di scrittura e lettura meno descrittiva, meno classica, più introspettiva. In tutto ciò è stata di grande aiuto la mia ricerca naturalistica e fotografica territoriale, essa infatti mi ha permesso di essere un tutt'uno con i luoghi e gli ambienti in cui vivo e fotografo.


Cosa pensi dell'impatto della fotografia social sul territorio e sulle aree particolarmente sensibili dal punto di vista naturalistico?
Il mio approccio fotografico ha un impatto social poco rilevante. Questi hanno abituato il pubblico a soffermarsi quasi esclusivamente su immagini più immediate con grande impatto estetico (albe e tramonti, grandi vedute, location iconiche, situazioni wow). Dovessi scegliere il modo migliore per osservare le mie immagini, e tutte le fotografie con un approccio riflessivo, direi carta stampata Fine Art senza ombra di dubbio. Una tisana calda che va gustata senza fretta.

Qual è l'aspetto fondamentale della tua fotografia?
L'aspetto fondamentale nel mio approccio fotografico è la continuità e la visione collettiva del mio lavoro. Non sono alla ricerca della singola immagine fine a se stessa, non mi interessa stupire con la bellezza del paesaggio, piuttosto piace raccontarmi ed esprimermi (come ho già detto) attraverso un lavoro continuativo ed un filo conduttore che lega in una ragnatela tutte le mie immagini. Certamente esistono fotografie in cui l'impatto emotivo funziona più di altre, ma ogni immagine fa parte di un lavoro e progetto collettivo.

C'è una foto che ti rappresenta o che ti sta particolarmente a cuore? Parlaci di questo scatto.
Probabilmente una delle fotografie che ho più nel cuore è "L'abisso nella mente" scattata nell'inverno del 2017 nel Parco Nazionale della Sila. Era un periodo di cambiamenti radicali in corso. Il mio stato d'animo era cupo, ma allo stesso tempo ero in cerca di emozioni, ed il bosco ne è pieno.

Lo scorcio davanti ai miei occhi fu la perfetta sintesi del mio stato d'animo, querce dai rami contorti che cercavano di evadere dalle profondità del bosco, i colori caldi delle foglie si contrapponevano allo sfondo cupo, il tutto condito da una quasi impercettibile luce degli ultimi raggi solari. Ancora oggi riesco a percepirne le sensazioni.
Grazie ancora Andrea per il tuo interesse nei miei confronti, spero un giorno di poter continuare questa piacevole chiacchierata di persona, tra una fotografia e l'altra.
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